mercoledì 15 Maggio 2024

STORIA

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L’Unione Sportiva Catanzarese nacque nel 1927 dalla fusione di altre due squadre calcistiche della città: la “Scalfaro” e la “Braccini”. Lo stemma della nuova società fu fin dalle origini l’aquila reale, simbolo di Catanzaro. I colori scelti furono il giallo ed il rosso.

Per cinque anni militò in serie inferiori, poi fu promossa in Serie B nel 1932-1933. Venne subito retrocessa, ma due anni dopo ritornò nella serie cadetta. Qui cominciarono i problemi finanziari della società giallorossa, che rimase inattiva dal 1939 al 1945 a causa della seconda guerra mondiale.

Dopo la fine della guerra, il Catanzaro nella stagione 1952-1953 fu retrocesso in IV Serie. Nel 1958 divenne presidente presidente l’avvocato Nicola Ceravolo. Nei due anni successivi il club fu promosso in Serie B e disputò per la prima volta, vincendolo, un torneo internazionale, la Coppa delle Alpi. Nella stagione 1965-1966 le Aquile, sconfiggendo in semifinale la Juventus, approdarono in finale di Coppa Italia contro la Fiorentina, che poi vinse il torneo imponendosi per 2 a 1.

Cinque anni dopo il Catanzaro, allenato da Gianni Seghedoni, venne promosso in Serie A, battendo il Bari nello spareggio giocato a Napoli, grazie a un gol di Angelo Mammì. Fu la prima volta che una squadra calabrese veniva promossa in massima serie. La permanenza nel massimo campionato durò un solo anno, nonostante la storica vittoria contro i futuri campioni d’Italia della Juventus, grazie a un gol di Angelo Mammì.

Nell’estate successiva i giallorossi si recarono negli Stati Uniti per disputare alcune amichevoli internazionali contro squadre blasonate, tra cui il Santos di Pelé.

Dopo due anni di cadetteria, divenne allenatore Gianni Di Marzio, che portò il Catanzaro a giocarsi la Serie A nella stagione 1974-1975. Fu acquistato Massimo Palanca, futuro giocatore simbolo dei giallorossi. Questa volta il Catanzaro perse a Terni lo spareggio contro il Verona.

Un anno dopo la squadra fu di nuovo promossa in massima serie. Dopo un solo anno di permanenza in Serie A, il Catanzaro fu nuovamente promosso per stazionare durante i seguenti cinque anni.

«Un quartetto al comando, c’è anche il Catanzaro. Trionfa la provincia calcistica, rappresentata dalla sua squadra miracolo.»
(Corriere dello Sport – Stadio, 20 ottobre 1980)

Sotto la presidenza di Adriano Merlo la squadra raggiunse due settimi posti consecutivi, nel 1980-1981 e nel 1981-1982. Questi piazzamenti valsero ai calabresi gli appellativi di Regina del Sud e Timore del Nord.

Nella Coppa Italia 1981-1982 il cammino del Catanzaro si fermò in semifinale, a vantaggio dell’Inter. Nella gara di andata a San Siro vinsero i nerazzurri per 2-1. Nel ritorno al Comunale vinse il Catanzaro per 3-2; ciò non bastò ai calabresi per conquistare la seconda finale della loro storia.

Nella stagione 1982-1983 il Catanzaro totalizzò solamente 13 punti in classifica, retrocedendo così in Serie B dopo cinque anni di militanza in massima serie. Seguì un’altra retrocessione che spedì i calabresi in Serie CL’anno dopo la squadra tornò in serie cadetta, e Pino Albano salì alla presidenza. Seguirono una retrocessione e una promozione che portarono ancora i giallorossi in Serie B nella stagione 1986-1987.

l Catanzaro terminò il campionato di Serie B 1987-1988 ai vertici della classifica, tuttavia non trovando la promozione in Serie A per un solo punto. Decisivi furono l’errore dal dischetto di Palanca, nella gara casalinga contro la Triestina, e il gol di Paolo Monelli nel pareggio al Comunale contro la Lazio. L’anno successivo tornò la guida tecnica di Gianni Di Marzio. Il Catanzaro si salvò per pochi punti, ma della stagione si ricorda la tripletta di Palanca ai danni del Cosenza, nel derby casalingo. Un’altra tripletta del calciatore marchigiano contro l’Udinese valse la salvezza.

L’anno seguente la squadra, guidata da Fausto Silipo, retrocesse in Serie C. Massimo Palanca abbandonò il calcio giocato, ed il Catanzaro, penalizzato di tre punti in classifica, retrocesse in Serie C2, per poi militarci per le successive dodici stagioni.

Nel 1995 divenne presidente Giuseppe Soluri. Nei primi anni 2000 i giallorossi persero per due volte la promozione in Serie C1 ai play off, nel 2000-2001 contro il Sora, e, due anni più tardi, contro l’Acireale. Tuttavia, nel 2003 il Catanzaro fu ripescato in terza serie. Il campionato 2003-2004 culminò con la gara di Ascoli contro il Chieti, che davanti a oltre diecimila tifosi calabresi, sancì dopo quattordici anni il ritorno in serie cadetta. Seguirono due stagioni fallimentari, e dopo un ripescaggio, la società, presenziata da Claudio Parente, al termine del campionato 2005-2006 non riuscì a iscriversi al campionato successivo.

In estate venne fondato il Football Club Catanzaro S.p.A. che, appellandosi al lodo Petrucci, poté iscriversi in Serie C2. Seguirono cinque stagioni in quarta serie, comprendenti due play off persi consecutivamente. Nel campionato 2010-2011, il Catanzaro, martoriato da problemi economici, terminò il campionato in ultima posizione, tuttavia si salvò a causa del declassamento del Pomezia all’ultimo posto per irregolarità amministrative.

Nell’estate del 2011, in seguito al fallimento del sodalizio, l’imprenditore Giuseppe Cosentino fonda il Catanzaro Calcio 2011 s.r.l. acquistando poco tempo dopo il marchio della storica Unione Sportiva Catanzaro, e portandolo, nel giro di un anno, alla promozione in Lega Pro Prima Divisione. Dopo una stagione anonima, l’anno dopo è il Benevento ad eliminare i calabresi nei play off validi per la promozione nella serie cadetta.

Alla fine della stagione 2016-2017 la famiglia Cosentino palesa l’intento di disimpegnarsi dalla gestione della società: il 6 luglio 2017 viene quindi ufficializzata la cessione del Catanzaro ad una nuova compagine societaria, della quale l’85% del capitale sociale appartiene alla famiglia Noto. L’ingegnere Floriano Noto viene contestualmente nominato presidente e amministratore unico.

Il 30 maggio 2018 la società, che già utilizzava il logo storico dal 2011, ha annunciato il ritorno della vecchia denominazione “Unione Sportiva Catanzaro”, con l’aggiunta finale del “1929”.

TESTO: https://it.wikipedia.org/wiki/Unione_Sportiva_Catanzaro_1929#Storia

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